Attesa neve Alpi e Appennini

Aggiornamento breve per delineare una situazione meteorologica che stavolta, con molta probabilità, andrà a favore delle località sciistiche Alpine, ma anche Appenniniche. L’inverno, quel poco di stagione che manca, almeno guardando il calendario, sembra voler tentare di recuperare un pò il terreno perduto. Non sarà certo possibile tornare indietro… intanto, almeno, vediamo come molte località sciistiche potranno finalmente respirare un pò e, perchè no, smettere di consumare grandi quantità di energia elettrica ed acqua per innevare le proprie piste!

LE ALPI

Con certezza, l’arco alpino vedrà giorni e giorni di nevicate, in più occasioni intense e durature! Sia il grafico GFS ensemble di Aosta che quello di Verbania vedono grandi e durevoli precipitazioni che, viste le temperature previste, cadranno sotto forma di neve per almeno 10 giorni già oltre i 1000 metri di quota. Temperature che oscilleranno frequentemente a causa dello spostamento rapido delle perturbazioni che scivoleranno da Nord Ovest in serie variando la quota neve da 500 metri a 1700 da un giorno all’altro. Mediamente la neve cadrà dai 1000 metri. Oltre i 1400 metri possiamo aspettarci fino a 80 cm di neve fresca ed oltre i 1700 m oltre il metro. Le Alpi orientali (vedi grafico di Udine) avranno una fase allo stesso modo fortemente perturbata, ma la quota neve sarà leggermente più elevata. Possibili accumuli locali, oltre i 1800 metri di quota, su tutto l’arco Alpino, superiori ai 130 cm!

GLI APPENNINI

Per gli Appennini il discorso è un pochino più complesso. Di certo arriveranno le precipitazioni. GFS ed ECMWF sono concordi in questo e vista la quantità prevista e la durata della fase perturbata, possiamo essere certi che dimenticheremo presto le lunghe giornate soleggiate alle quali eravamo ormai abituati.

La quota neve, invece, è difficile da stabilire. Cerchiamo di capire quali certezze abbiamo:

  1. Sia il grafico di Frosinone che quello di Roma (per L’Aquila è praticamente identico), vedono una prima fase perturbata con circa 50/60 mm di precipitazioni totali che va dal 7 all’11 Febbraio. Le temperature saranno in linea con la media del periodo che è di circa 2 C ad 850 hPa (isoterma alla quota di 1400 metri circa nelle condizioni bariche di questo periodo). Analizzando i grafici, si nota poi una breve fase più fredda per la giornata dell’8 Febbraio, con una temperatura alla quota già indicata di 0°C.
  2. Considerando che piccole variazioni, in una situazione simile, potrebbero inficiare, non poco, il dettaglio previsionale, proviamo a tradurre i dati appena analizzati:
  3. oltre i 1800 metri, con molta probabilità, cadranno almeno 60/80 cm di neve fresca dal 7 all’ 11 Febbraio (le stazioni sciistiche di tutto l’Appennino centrale e centro settentrionale, in quota, faranno un pò di scorta…).
  4. Già a 1400 metri la situazione cambia. Saremo al limite per tutto il periodo a parte la giornata dell’8 Febbraio, come già detto, nella quale isoterme leggermente più rigide dovrebbero assicurare buone nevicate su gran parte dei monti fino ai 1200 metri circa. In questo caso, l’intensità delle precipitazioni sarà fondamentale per causare eventuali sconfinamenti a quote inferiori. Impossibile ad oggi definire la quota esatta regione per regione.
  5. L’abbassamento di 1 solo grado per tutto il periodo preso in esame causerebbe la caduta abbondante di neve già oltre i 1000 metri su tutta la dorsale Appenninica, almeno fino alla Campania/Molise. Più a Sud (vedi il grafico di Barletta), le temperature non saranno sufficientemente fredde da trasformare le precipitazioni in neve sotto i 1600/1800 metri di quota durante tutta la fase temporale appena descritta.

Per oggi ci fermiamo qui. I modelli matematici sono in gran fermento… finalmente, oserei dire, dopo settimane tornano ad essere “poco precisi” oltre i 5/7 giorni di distanza temporale. Tutto ciò è segno di cambiamenti barici importanti a livello emisferico…

Torneremo presto sulle possibilità meteo che potremmo vivere nelle prossime due settimane.

Saluti

 

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